Conducente…questo sconosciuto!

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Sarà capitato anche a te di essere fermato da se-dicenti agenti in di-visa scura e armati. Costoro, spesso dimentichi del loro ruolo volto a garantire la sicurezza nelle strade (almeno nelle dichiarate intenzioni), probabilmente ti avranno poco gentilmente contestato qualche presunta infrazione del codice della strada. O più semplicemente ti hanno lasciato un “regalino” sul parabrezza per l’ammontare a debito di una certa somma in euro. Molti aspetti interessanti emergono dallo studio inerente al ruolo di conducente che hai acquisito con la patente. In quanto conducente puoi cimentarti sulle strade al volante della tua auto nel rispetto del Codice Stradale. Detto così sembra tutto normale, perfino giusto…ma vediamo cosa c’è dietro e come hai fatto a diventare un conducente!

Ah! Se ti stai chiedendo cosa tutto questo abbia a che fare con quanto discusso nei precedenti scritti, ti si chiariranno le idee se ci riagganciamo al concetto di registrazione.

Registrazione

Vediamone i passaggi. Tu compri un’auto, o meglio la paghi e pensi di acquisirne la proprietà. Tuttavia, come già visto, per fare questo ti viene imposto di registrarla in ben due registri: il “PRA” ovvero “PUBBLICO REGISTRO AUTOMOBILISTICO” e la “MOTORIZZAZIONE CIVILE”. Lo fai senza farti troppe domande anche perché apparentemente non hai scelta. Sei obbligato a farlo se vuoi “circolare” su strada (viene creata la necessità). Purtroppo a questo punto l’auto cessa di essere tua. Che tu l’abbia notato o meno quelli di cui sopra non sono semplicemente dei registri. Si tratta di nomi specifici (come ad esempio MARIO ROSSI) che magicamente compaiono a grandi lettere ovunque nei “documenti” che ti vengono consegnati successivamente alla registrazione, immatricolazione. Questi due nomi non appartengono a te, ma a una società di diritto che si suppone sia lo STATO. Il tuo nome compare solo a latere in questi documenti. Tu, come sempre, non hai la benché minima possibilità di modificarli, pena la loro invalidazione.

Acquisto di una proprietà o affidamento?

Dunque ricapitoliamo. Tu compri un’auto con i tuoi soldini e secondo la pretesa legge devi immatricolarla e registrarla altrimenti non la puoi usare. Una volta fatto questo puoi guidarla, ma solo alle condizioni che ti vengono dettate proprio dai proprietari di quei registri. La prima condizione è che tu possegga la PATENTE o LICENZA DI GUIDA, che naturalmente solo la MOTORIZZAZIONE CIVILE e può rilasciare. Inoltre, devi rispettare gli adempimenti relativi alla manutenzione dell’auto e darne prova, quali la revisione per dimostrare che la stai manutenendo in condizioni di efficienza e sicurezza. Infine, periodicamente tu stesso devi andare alla revisione della tua PATENTE per dimostrare che anche tu sei in salute e in grado di guidare quell’auto. A coronamento di tutto questo devi anche pagare annualmente il così detto bollo, ovvero un’imposta. Beh, questo sembra più l’affidamento di un bene che l’acquisto di una proprietà, no?

Origine degli obblighi

Ora vediamo da dove si origina questa lunga sequenza di obblighi.
Nell’ipotesi che tu abbia trasferito, con l’immatricolazione, la proprietà della tua auto alla “MOTORIZZAZIONE CIVILE”, poiché questa “MOTORIZZAZIONE CIVILE” ha davvero tanti mezzi di sua proprietà, è naturale che gli agenti di questa si preoccupino di chiederti una garanzia sull’uso di un loro mezzo, non ti pare? Tipo un’assicurazione nel caso tu danneggi la loro proprietà. Probabilmente vorranno anche fare un distinguo tra chi può usare il loro parco macchine e chi no, quindi sarà ben lecito (non legittimo, bada) che ti diano una licenza che ti autorizzi a guidare la loro vettura e anche un documento, il libretto, che indica che loro hanno effettivamente titolo per darti tale licenza perché l’auto è loro.

Un circolo vizioso

Tutto questo se tu fossi davvero il tu che pensi di essere. Perché nella malaugurata ipotesi che chi compra l’auto sia la finzione giuridica di PERSONA FISICA, allora solo una rappresentazione di te ha comprato l’auto. Una legale rappresentazione che ha il tuo stesso identico nome e cognome ma che non è te. Peraltro anch’essa è stata, come già detto, registrata come la tua macchina presso svariati registri STATALI. Quindi il nome che compare sul libretto è identico al tuo ma non è il tuo e non ti appartiene! Un bel circolo vizioso!

A questo punto arrivati alla persona, anche il nome sulla patente che ti viene concessa non è il tuo. Ma poiché tu hai accettato l’identità tra te, uomo vivo in carne ossa e sangue e quel nome, puoi prendere quella patente e usarla. Ovviamente per guidare, a nome della rappresentazione giuridica, anch’essa non tua (ma che ha un nome identico al tuo nome), questa auto non tua.

Conducente…ma dove sei?

La PERSONA FISICA non è dunque l’unica rappresentazione che ti riguarda. Ce ne sono molte altre che, a seconda del caso, come un cappello o una divisa, tu inconsapevolmente indossi. In questo caso ci interessa la figura del conducente. Questa è la figura che il codice della strada pretende di disciplinare. Dal momento in cui ti metti alla guida dell’auto diventi un conducente e come tale devi rispettare moltissimi obblighi. Ma c’è una sorpresa.

La nozione, definizione di conducente, disciplinata dal codice della strada non è contenuta in nessun codice o norma dello STATO! Vice-versa, essa deriva dalla Convenzione di Vienna sulla circolazione e sulla segnaletica stradale del 1968, ratificata e resa esecutiva in Italia con legge 5 luglio 1995 n. 308. In essa si stabilisce l’identità tra il conducente e la persona nell’atto di guidare: “Il conducente: ogni persona che assume la guida di un veicolo, autoveicolo o altro (compresi i velocipedi) o che, su di una strada, guida del bestiame, isolato o in greggi o degli animali da soma, da sella o da tiro.”.

Riassumendo, la nozione di conducente non è contenuta in nessuna norma. Infatti lo stesso codice nel suo primo articolo si premura di stabilire subito un legame con la persona fisica così recitando:
“Codice della strada, Art. 1. Princìpi generali. 1. La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato.”

Conclusioni

Quindi in questo complesso tessuto di obblighi, licenze, registrazioni e autorizzazioni tu, in quanto uomo vivo in carne ossa e sangue non ci sei mai. In tutto questo compare sempre e solo la tua rappresentazione giuridica. Di questa, straordinariamente, lo STATO si preoccupa al punto di provvedere alla sua sicurezza! Già, la sicurezza di una rappresentazione fatta solo di un nome con la quale inconsapevolmente tu ti sei identificato. Sarebbe come scrivere delle norme di sicurezza per un vestito che porti addosso nell’intento di proteggere te nella presupposizione che tu non tolga mai detto vestito.
Anche questo argomento è solo abbozzato ma mi riservo di approfondire in futuro le conseguenze a cui tutte queste considerazioni portano.

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