Cose nostre

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Buongiorno e buona ricerca onorevole uomo vivo in corpo vivente di carne ossa e sangue che al momento presente stai leggendo questo post sulle cose nostre.

Inizio con il solito avviso di rito: se non hai letto i primi 12 post di questo blog non andare oltre, pena il totale fraintendimento di quanto sto per scrivere. Inoltre e ancora: puoi usare queste informazioni a tuo piacimento ma in totale, completa, illimitata responsabilità, sempre e solo in onore, onestà e rettitudine di intenzioni e azioni.

Una frode ben organizzata

Oggi vorrei dirti che viviamo in un mondo semplice dove a ogni causa corrisponde un effetto, ma non è così. Per questa ragione la sola riappropriazione del tuo nome e di tutti gli identificativi che a esso riportano non è sufficiente per liberarti dalla tela del ragno.
Certo sarebbe logico pensare che laddove ci sia una “res” (lat: cosa) riportante il tuo nome e/o tutti gli identificatori che a esso riconducono, una volta ripresa la proprietà di tale nome anche la res in questione ritorni a te automaticamente. Purtroppo la “cosa” non è così automatica per diversi motivi.

Il maltolto: cose nostre

In primo luogo chi ti ha tratto nell’inganno del nome-personificato in finzione giuridica lo ha fatto intenzionalmente con il proposito di ingannarti e di appropriarsi di tutto ciò che, legittimamente per nascita, ti appartiene. Come puoi immaginare i ladri non restituiscono volentieri il maltolto, anzi si adoperano in ogni modo per non restituirlo affatto.

A questo proposito mi sorge la domanda: sappiamo noi chi sono i ladri? Come definiresti una società che “indebitamente” (ovvero senza che sussista nessun debito) preleva dalle tue tasche denaro senza una giustificata ragione. Se non quella di darti servizi che non hai chiesto o servizi così scadenti da essere spesso dannosi oltre che inutili? Forse, e dico forse, quelle che sono chiamate associazioni mafiose si sono accorte prima di noi della frode e alcune hanno pensato bene di darsi un nome che chiarisse il loro scopo: cosa nostra.

Non posso raccontarti quasi nulla di mafia o di quel fenomeno che così è stato battezzato, ma nuovamente ti cito la BESTIA di Carlo Palermo per un reale approfondimento sul tema. Ecco perché dobbiamo oggi ragionare sulle res (nostrae), “cose nostre”.

Noto a pochi

In secondo luogo questa diabolica ideazione della proprietà de-privata, della separazione in tuo e mio, culminata con la frode del “nome personale” (così come spiegato nei precedenti post) è nota a pochi uomini. Infatti, sono molti coloro che, inconsapevolmente, prendono parte a essa per mantenerla operativa ed efficiente. Così incontrerai molti “esseri umani” che non solo non capiscono cosa stai re-clamando, ma neppure capiscono quale sia la ragione di tanto affaccendarsi. Dovrai quindi essere molto chiaro e specifico nelle tue affermazioni che dovranno essere inconfutabili.

Papà STATO

In terzo luogo ricorda che gli esseri viventi intorno a te sono stati trattati come “bambini” inconsapevoli per tutta la loro vita. Oggi, divenuti adulti privati della loro qualità di uomini, non sanno come comportarsi, agire, senza la guida di un papà STATO (più correttamente corporation, multinazionale bancaria, ovvero tutt’altro che la sua nazione) che dica loro cosa è lecito e cosa no, cosa possono fare e cosa no, ciò che è bene e ciò che è male.
Naturalmente a questi due ultimi aspetti ci pensa la corporation che conosci con il nome di Una Santa Romana Chiesa, Cattolica ed Apostolica, in ultima analisi l’inizio e la fine di tutta questa frode, se omettiamo di considerare l’exopolitica.

Questi adulti-bambini potrebbero essere terrorizzati all’idea di essere stati trattati da scolaretti per tutta una vita. La loro importanza personale, accresciuta con il passare degli anni, potrebbe ribellarsi a certe informazioni o semplicemente spegnere la funzione intellettiva, costernandosi pur di non guardare in faccia la realtà. Una realtà in cui, una volta separati “noi” da “loro”, le cose nostre sono divenute le cose loro…

Equanimità

Diversamente da quanto potresti immaginare, non sto qui affermando che tutto questo teatrino sia un male o un bene. Ha svolto la sua funzione di inimmaginabile sostegno a un mondo illusorio sempre appeso al filo della percezione. Una sana lettura-studio del pensiero di David-Bhom, Carlos Castaneda, solo per citare due tra i molti, ti potrebbe portare in una preziosa posizione di equanimità utile a integrare anche quella parte oscura che ha ordito questo incredibile inganno del nome personificato.

Esseri senzienti

In quarto luogo, tutti gli uomini sono uguali certo, ma gli esseri viventi non sono tutti esseri umani e questi non sono tutti uomini. Tre categorie di esseri senzienti che hanno differente grado di consapevolezza e che, a parte le sembianze, sono molto diversi tra loro.
In questo regno dove l’unica legge realmente tale è l’inseparabilità del tutto, l’interdipendenza di ogni cosa percepita con ogni altra e infine, con gli stessi organismi che la percepiscono, non puoi e non devi mai forzare gli eventi, le situazioni, gli esseri che ti circondano. Pena un “butterfly effect” che ti si ritorce contro. La tua dichiarazione non è lo strumento di risveglio per l’umanità e non può essere la sveglia per altri individui che vivono felici e senzienti in una matrix-madre che li fa sentire protetti ed uno STATO padre che li guida. Non ti sto dicendo che dobbiamo farci i “fatti nostri” ma sicuramente le cose nostre sì.

Non c’è una terra da salvare

Liberarsi in volo alti nel cielo vuol dire anche essere un bersaglio e non tutti hanno questo ardire. Non è possibile salvare la terra, liberare il mondo, svegliare l’umanità semplicemente perché non c’è una terra da salvare, un mondo da liberare, una umanità da svegliare. Lo puoi capire da te anche solo considerando la presunta età della terra.
5, cinque, miliardi di anni, e la ciclicità di civiltà umane, progredite poi decadute una infinità di volte. Il regno della percezione è un divenire dove tu sei di aiuto solo quando salvi e svegli te stesso. Allora diventi una indicazione utile per altri ricercatori viaggiatori che sono anch’essi arrivati al tuo stesso “crocevia” e che hanno scelto in libertà, e non per necessità, la via della conoscenza.

Riappropriazione della “res” (cose nostre)

Terminata anche questa “paternale” wink, torniamo alla necessità di riappropriarti delle tue “res” in modo chiaro, esplicito e manifesto.
Per questo motivo vorrai precisare che sei l’unico proprietario, fiduciante, disponente, settlor, esecutore, amministratore, fiduciario, trustee, custode, autografante, titolare, cessionario, creditore prioritario, beneficiario e beneficiary del tuo essere, della tua energia, del tuo valore, del tuo corpo vivente di carne, ossa e sangue e di qualsiasi creazione e di qualsiasi proprietà-bene-possedimento riconducibile a te, inclusivamente ma non limitatamente a una prima lista di “res”.

Le figure, finzioni giuridiche che ho summenzionato, sono tutti soggetti di diritto di vari istituti, primo tra molti quello del trust inteso nel senso più ampio del temine. Ovvero “disposizioni fiduciarie” impiegate, in tempi e modi diversi, per manipolarti e trasformarti in una bene commerciabile. In altre parole il capitale umano.

La madre di tutti i trust

A tale proposito, se ricordi quali sono le fonti del diritto in questo mondo da secoli e secoli, certo non sposerai ciecamente l’ affermazione secondo la quale “l’istituto del trust è stato recepito nell’ordinamento giuridico italiano negli anni etc”. Semplicemente saprai già che, la pretesa e presunta REPUBBLICA ITALIANA è essa stessa originatasi da una lunga catena di trust.
Presuntivamente e solo presuntivamente, la bolla papale UNAM SANCTAM è la madre di tutti i Trust. E’ sulla base di questa che è stato possibile creare tutta quella miriade di finzioni giuridiche tra le quali si annoverano gli stati, gli Stati e gli STATI.

Non intendo tuttavia semplificare la disciplina che ordina il TRUST, affatto, voglio solo e sempre riportarti alla sorgente, che sei tu, l’uomo dal quale nasce ogni presunta legge, ordinamento, disciplina. Sempre e solo questo uomo può dare o negare il suo consenso a tali leggi, discipline, ordinamenti, poiché è la mente dell’uomo ad accoglierli e non quella di un pollo o di una lepre, che di diritto non sanno nulla.

Leggi di natura

A chi dovesse obiettare che le leggi di natura sono imprescindibili, porta l’esempio di alcune varietà di insetti, tra cui alcuni scarabei che, nonostante la sproporzione tra il loro peso e la dimensione delle ali, a dispetto delle convenzionali leggi di fisica, volano tranquillamente infischiandosene della gravità.

Concludendo, nella tua dichiarazione, avrai cura di specificare che la medesima include (ma non esclusivamente) tutti gli identificatori, le abbreviazioni, idem sonans o altre forme legali e commerciali, debito o titolo/i di capitale in qualsiasi forma, rendiconto di debito/credito, bilanci, usufrutti (divisi o indivisi) o qualsiasi altra cosa che riporti all’identificatore della cosa medesima (o qualsiasi equivalente): tu.

Ti sarai chiesto perché non ti ho parlato di beni, possedimenti, proprietà private ricordando l’etimologia di queste parole. Non a caso anche un esperto di diritto commerciale come è stato (o è … non so) Charles Miller, nelle sua riappropriazione, già ad inizio del nuovo millennio per designare le “cose nostre” o meglio sue, usava il termine “res” tenendosi ben lontano da altri termini, pur esistenti della sua lingua madre, l’inglese.

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1 Response

  1. Maddalena ha detto:

    Grazie Mila, come sempre.
    Trovo particolarmente appropriati i paragrafi intitolati, rispettivamente, “esseri senzienti” e “non c’è una terra da salvare”. Nel primo emerge la legge dell’Unità, unica legge cui fare riferimento: come fossimo cellule del corpo dobbiamo fare il nostro ma, se sono una cellula del fegato, non posso e non devo preoccuparmi del cuore.
    Nel secondo trovo un’indicazione del mio maestro di arti marziali, non puoi salvare nessuno (ammesso ci sia qualcuno da salvare), l’unico tuo compito è agire in modo “corretto”. Gli altri, se vorranno e potranno, guardandoti, seguiranno.
    Sul resto non mi pronuncio, tra gioco dei nomi, riappropriazioni varie, bolle papali etcetera mi viene ancora il mal di mare (deve essere perchè ancora sono dispersa in acqua).

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