Il potere delle poste

Onorevole uomo vivo in corpo vivente di carne ossa e sangue, oggi vorrei fare qualche riflessione sul potere delle poste e su chi fa cosa in questo ambito.

L’indottrinamento

Al fine di esaminare la questione con chiarezza dobbiamo però allargare la nostra visione quanto più possibile. Dobbiamo andare contro tutto il massiccio indottrinamento del nostro tempo che ha anche lo scopo di indurci a pensare in modo molto compartimentato e settoriale. Questo serve a farci perdere la visione di insieme, come nel caso del potere delle poste, che passa decisamente inosservato.

Tutto è uno

Il motto che più sento ripetere dai new agers di oggi è che siamo tutti uno, che tutto è uno, etc.
Il fatto, in quanto conoscenza è assolutamente condivisibile. Tuttavia, quello che osservo è la mancanza di una reale esperienza dell’unità e di una concreta ricerca di essa, il tutto tende a limitarsi all’espressione di un concetto.

Ti sorprenderà invece scoprire che, ironicamente, il principio del “tutto è uno” è già stato applicato da molto tempo dalle multinazionali, tra cui i presunti GOVERNI, che ne sono una specifica tipologia.

Corpus tentacolare

Là dove tu vedi imprese commerciali, banche, agenzie immobiliari, supermercati e aziende automobilistiche, qualcun altro, in diversa posizione, ha visto e vede un solo “corpus” finanziario con molte braccia o tentacoli.

L’idea che ci siano tante attività separate e indipendenti ha fatto, e fa, buon gioco nel proteggere gli investimenti dei tuoi reali debitori (che pretendono di essere i tuoi creditori, tra i quali annoveriamo alcuni “magnati” della finanza). L’apparenza della diversità permette di nascondersi più facilmente dalle, per loro, sgradevoli attenzioni di tanti uomini vivi in carne ossa e sangue. In questo modo possono portare avanti la tratta del “capitale umano” indisturbati.

Dunque molte pretese e apparentemente pubbliche e private aziende sono un tutt’uno inseparato che vieni indotto a percepire diversamente.

Frammentazione della percezione

Immagina di appoggiare una spessa rete metallica a un muro. A questo punto il muro ti sembrerà diviso in quadrettoni. Invece è solo un muro intero. Il sistema di dividere, filtrando, la percezione è antico come il mondo, ma continua ad essere usato con successo.

Un valido strumento per vedere oltre questa rete è l’approfondimento. Indagare sull’origine, andare alla radice insomma di ogni presunta istituzione, ente, società, legge, forma di diritto, codice per vedere se è veramente quello che appare oppure no. Quindi integrare le specifiche informazioni acquisite tra loro in modo olistico.

Dice un proverbio cinese “conosci una cosa sola fino in fondo e conosci tutto“.

A questo punto potresti chiedermi a che scopo una tale minuziosa ricerca. Tutta questa fatica. Mi sento di affermare con una certa sicurezza che per affrancarti dalla “matrix” devi conoscerla molto bene. Questa rete è piena di buchi, diceva Nisargadatta Maharaj, ma tu devi imparare a cercarli e vederli.

Le Poste Italiane

Ora vengo al punto. Le Poste Italiane sono solo delle poste? Il loro solo e principale scopo e servizio è quello di consegnare missive? Chi controlla le Poste Italiane e con quale fine? Qual è il potere delle poste?

Bene, inizio, come si suol dire, da adamo ed eva perché voglio andare alla radice, come detto, almeno un poco più del consueto.

Prima però un appunto. Stavo per scrivere parto da adamo ed eva e poi mi sono reso conto che parto deriva sia da partire che da partorire. Coincidenza?
Se il neonato è partorito (forma passiva) nella forma attiva dovrebbe essere colui che parte. Questo presuppone che ci sia già qualcuno di esistente prima del parto… e quanto prima?
Ma di questo ho fatto cenno nel finale del post precedente: Illegale Legale Rappresentante.

Il potere delle poste e le loro vetuste origini

Ma torniamo alle Poste Italiane. Pare, ma è molto verosimile, che i servizi postali abbiano origini molto remote. Si parla di migliaia di anni. Questo non ti dovrebbe stupire. Infatti, anche volendo riportare alla memoria la “storiaccia” che ti hanno insegnato a scuola, ricorderai che il Re inviava i suoi messaggeri quando necessitava di comunicare con altri in terre lontane. Tali messaggeri venivano anche chiamati messi reali.

Messa e Messaggio

A questo punto è necessario fare subito un’indagine sulla parola messa e messaggio.
Una breve occhiata su etimo mi porta a scoprire che entrambi poggiano sui verbi mettere e mandare (al momento non scomodo anche la parola messa in ambito religioso per non aprire un altro tema scottante). Volendo approfondire ulteriormente, nel linguaggio dell’antica roma, messa, che deriva da missa missio, indicava il comparire davanti a un superiore.

Missione

Ora, c’è anche un’altra parola che deriva dalla stessa radice: missione. Tu conosci il significato di “missione apostolica”, ma anche quello di “missione di pace” o “missione di guerra”. Adesso se ritorni al messo e provi a unire i primi puntini ti potrà sovvenire che oggi esiste anche il “messo comunale”. Costui, almeno per una considerevole parte delle sue funzioni, porta le missive inviate ad esempio dall’uomo che riveste la finzione giuridica di SINDACO, che rappresenta il COMUNE.
Non ho bisogno di soffermarmi sul comune significato di messa, ma è quantomeno sorprendente che la messa sia definita una funzione religiosa.

Funzione

Dunque, cos’è una funzione?
Tu sai, ad esempio, che un determinato strumento ha delle funzioni specifiche, la funzione della macina è quella di trasformare il grano in farina. Per sicurezza do un’occhiata all’etimologia di funzione e vedo che pertiene all’atto di esercitare, di compiere etc.
Il messo quindi è colui che ha la funzione, l’esercizio di comparire innanzi a qualcuno, ma è anche lo strumento attraverso il quale si officia la messa, ovvero la funzione di mettere o mandare (qualcosa).

Public trasmitting utility

Uno strumento che molto mi ricorda la “public trasmitting utility” letteralmente “utilità di trasmissione pubblica”. Perciò questo messo (in verità un uomo) ha la funzione di trasmettere delle informazioni come una radiolina. Nel caso della trasmitting utility questo uomo è quindi considerato una radiolina. Questo trust conosciuto come public trasmitting utility è stato usato, nel diritto internazionale, come un altro mezzo per mercificare il capitale umano. Purtroppo anche questo è un altro ampio tema da approfondire altrove.

Il potere delle poste, chi cosa e perché 

Torno invece alle Poste Italiane. Sappiamo che le poste erano in principio appannaggio dei Reali, o se preferisci, dei sovrani. Qui ha inizio una storia interessante. Puoi leggerla per esteso sul sito che segue:
Il servizio postale
In sintesi estrema ci dice che le poste, almeno dal tempo del SACRO ROMANO IMPERO, sono sempre state controllate dallo Stato Pontificio.

Solo per dare un assaggio dell’annosa storia del servizio postale, e dell’importanza del potere delle poste, ci raccontano che il papa Paolo IV Carafa, con una serie di atti specifici del 1556, avendone l’autorità, chiuse tutte le Poste Straniere nella penisola italica. Le subordinò poi alla camera Apostolica, cioè al Ministero delle Finanze del papato nella “persona” del Magistrato Generale delle Poste di Sua Santità.

Il Re dei Re

La cosa non ci stupisce se consideriamo che dai tempi del Sacro Romano Impero il Re dei Re era il Papa poiché aveva titolo e autorità per incoronare re o scomunicarli. Niente di strano quindi se reclamasse l’autorità e privilegi sui servizi postali universali, se reclamasse anche il potere delle poste.

Eccoci così giunti a esaminare un’altra parola chiave: apostolo. Etimologicamente proviene da apostolos ovvero “inviato, messo”, e da apostello ovvero mando spedisco. Quindi l’apostolo è un messo. Dunque  la ricorrente frase “messo apostolico” diventa un poco ridondante perché vorrebbe significare messo del messo. Vado oltre portando l’attenzione sul termine “posta” che pare derivare da apposta >> a posta >> posta. Dunque etimologicamente un determinato luogo di appuntamento, verosimilmente derivante da porre, mettere in un luogo specifico.

Fatte le suddette analisi, è a dir poco riduttivo dire che tutto questo linguaggio “postale” pare avere un occulto significato religioso.

Il potere postale: dallo Stato Pontificio all’UPU

Proseguo comunque con l’indagine per capire chi controlla le poste e a quale scopo.
Cosa è successo a queste poste nel corso di centinaia di anni? Come siamo passati dalle poste dello Stato Pontificio, oggi Chiesa Cattolica (cioè universale) Apostolica Romana, alle Poste Italiane e all’UPU (Unione Postale Universale).

Sul sito www.ilpostalista.it leggo della lunga contesa storica dei servizi postali. Certo erano già tutti coscienti da secoli del fatto che chi controlla le poste, vale a dire il flusso di informazioni in una certa area, acquisisce un potere rilevante. Il potere delle poste dunque consiste nella trasmissione, nella certificazione, nella manipolazione dell’informazione.

Il potere delle poste è un potere rilevante

Nel 1700 l’autorità del Magistrato Generale delle Poste di Sua Santità era ancora riconosciuta e nota a tutti. Non è difficile immaginare come le cose si siano sviluppate successivamente. Di fatto i diritti sulla posta sono stati oggetto di contesa per centinaia di anni.

A conferma di questo fatto, cito solo a titolo di esempio quanto riportato da un anonimo studioso del XV secolo:

“La Posta di Spagna fu nella sua origine introdotta dall’autorità apostolica, e con una intera dipendenza dalla medesima.”.

Volendo però tornare alla penisola italica, per ora, leggo sul sito delle Poste Italiane che

“Il 5 maggio del 1862 nascono le Regie Poste in cui confluiscono le Amministrazioni postali degli Stati preunitari.”.

Quali sono questi stati?

Genova, Lucca, Mantova, Modena, Napoli – Due Sicilie, Parma, Sardegna e Piemonte, Stato Pontificio e Repubblica Romana, Toscana, Trento, Venezia.

Quindi tutti i diritti postali (il potere delle poste) che lo Stato Pontificio vantava da secoli passano, dopo battaglie inusitate con Venezia, Napoli, l’Austria, ai Savoia senza colpo ferire? Possibile? O forse viene siglato qualche accordo nascosto che permette ancora oggi allo Stato Pontificio/Vaticano/Chiesa/ di mantenere il controllo su tutto il sistema postale universale (cattolico dal greco katholicos, universale)? come, per fare un esempio a caso, il suddetto UPU?
Sarà un buon tema di approfondimento scoprire come e quando l’UPU è stato istituito e soprattutto da chi.

La storia come sappiamo si ripete spesso e così oggi le Poste Italiane sono, per quanto mi è noto, di azionisti tra i quali il primo è il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Quindi della Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP). Ovvero della Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, Fondazione Monte dei Paschi di Siena.

P.s. hai notato che alcuni nomi summenzionati non sono quelli delle note banche ma di Compagnie e Fondazioni omonime? Un caso?

MEF e CDP

Stante che il MEF e il CDP hanno più del 60% delle quote di azionariato, e stante che la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. è una società per azioni, controllata per circa l’86% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (e per il 14% circa da diverse fondazioni bancarie), questo significa che il 60% delle Poste Italiane sono del MEF.

Mi sento di dire che sono una propaggine del MEF. Comunque oggi, come nel 1500, il Ministero delle Finanze della corporation REPUBBLICA ITALIANA controlla le poste come già faceva la Camera Apostolica, cioè al Ministero delle Finanze dello stato pontificio. Un caso?

Correlazioni e relazioni

So di essermi dilungato troppo e quindi lascio a te il compito di scoprire quali siano le occulte correlazioni tra la Fondazione San Paolo, la Cassa Depositi e Prestiti, entrambe fondate a Torino in uno specifico periodo storico, e la Santa Sede.

A questo punto forse ti chiederai chi sei tu in rapporto a queste organizzazioni e come relazionarti a esse. Bene posso affermare per certo che “loro” sono finzioni giuridiche, tu sei un uomo vero. Per restare nell’esempio delle poste, per dare una risposta a come relazionarti, vediamo che strategia potresti adottare con la loro prima interfaccia, il così detto postino, spesso sottovalutato.

Strategia

Tanto per partire con il piede giusto sarà bene per te ricordare che gli impiegati, funzionari delle Poste Italiane, spesso assumono la carica di pubblici ufficiali. Questi messi delle poste sono, in talune funzioni, messi del MEF con una “ritualistica” specifica, creata ad hoc.

Laddove ti dovessi relazionare con un messo, in primo luogo potresti chiedere gentilmente a quel portalettere chi o cosa intende rappresentare. Ascoltata la sua risposta, potresti quindi dichiarare in piena verità chi realmente sei tu: uomo vivo di carne, ossa e sangue, pienamente competente, cosciente e consapevole di quanto afferma. Questa dichiarazione porta a delle conseguenze importanti.

Come gesto di cortesia, potresti quindi ricordare al “portalettere” o messo notificatore quali siano i suoi doveri al tuo cospetto.

Ricordargli, se fosse necessario, che come da Manuale per l’operatore di recapito“, una dichiarazione non veritiera del portalettere comporta responsabilità anche penali, ma più genericamente puoi citare le responsabilità penali quando vengono commessi atti che la legge prevede come reati.

Ricordargli che “Le pene sono maggiorate quando il reato è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio quale è appunto il portalettere“.

Fargli notare la situazione di grave pregiudizio data dalla “omessa o erronea apposizione delle annotazioni indicate sull’avviso di ricevimento di un AG la quale comporta la nullità della notifica stessa.

Quindi candidamente riconferma che tu, in quanto uomo (così come riconosciuto e garantito dalla COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, articolo 2) neghi il consenso all’essere identificato diversamente da uomo.

Se poi il suddetto, ipotetico pubblico ufficiale insistesse a identificarti in un nome cognome o persona dal nome cognome o nelle sue sottocategorie di destinatario, ricevente, firmatario etc. sta a te avvisarlo del fatto che sta commettendo una istigazione di reato, come da norma del Codice Penale art 414, per falsa identificazione, e come da norma del Codice Penale art. 494, sulla sostituzione di persona.

Rammentagli che non c’è alcuna identità tra la persona destinataria della missiva, che l’agente ha tentato e/o tenta di consegnare, e l’uomo vivo in carne ossa e sangue, quale tu sei. Legittimo proprietario del tuo nome riservato, erroneamente indicato e associato all’indirizzamento postale.

Puoi dirgli che un errore di identificazione da parte sua potrebbe esporlo a reati specifici previsti dal “suo” codice. Ad esempio gli articoli 476 e 493 c.p. che sanzionano la “Falsità materiale in atti pubblici” in caso di attestazioni (del portalettere) non rispondenti al vero.

E poi ancora, per quanto concerne l’ acquisizione e protocollazione di eventuale documentazione che tu volessi consegnargli , in caso di diniego rammentagli l’art. 328 c.p. che “sanziona il rifiuto di compiere atti di ufficio”. Questo anche in riferimento agli obblighi pertinenti i pubblici ufficiali disciplinati e regolamentati dalle disposizioni di legge, vigenti nella giurisdizione della società che l’agente rappresenta, inclusivamente ma non limitatamente a quanto previsto dal DPR 445/2000

Infine digli che conoscenza non è accettazione, da parte tua, del sistema giuridico summenzionato che invece vincola chi si presenta quale pubblico ufficiale.

Tu portalettere

Per concludere, poiché come abbiamo detto in principio tutto è uno, provo a esaminare la situazione del “tu” nel caso questo “tu” fosse un portalettere. Anche tu, prima di essere un portalettere sei un uomo vivo in carne ed ossa. Il ruolo che rivesti è assai critico perché puoi trovarti, sotto la minaccia di sanzioni di varia natura, nella condizione di identificare erroneamente un uomo allo scopo di sottoporlo ingannevolmente alla giurisdizione di mare nella quale operano tutti i pretesi Ministeri e gli organi di Giustizia. Ti è conferita un responsabilità enorme a fronte di un compenso ridicolo e inoltre sei a tua volta istigato a commettere il reato di falsa identificazione. Questo ogni volta che scambi un uomo vivo in carne ossa e sangue per un nome cognome.

So di aver lasciato molti interrogativi aperti con questo post ma prometto di ritornare sull’argomento per approfondire. A presto.

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