La virtualità del territorio

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O nobile uomo che leggi questo scritto, abbiamo tanto discusso sul cosa sia e non sia una finzione giuridica, di cosa sia una rappresentazione di determinati fatti e altri strumenti legal-ideativi. Di seguito proverò a “snidare” altre finzioni costruite sotto i tuoi occhi da così tanto tempo dall’essere divenute invisibili, come la virtualità del territorio.

Cos’è il Territorio?

Incomincio dalla parola territorio. Secondo Etimo, dal latino TERRITORIUM, ovvero “formato sopra” un supposto territor, ovvero possessore della terra, composto da terra e torium, presa da quella in TOR TOREM (ovvero) propria di agente. Sinonimo di Paese, Distretto, giurisdizione.

Inoltre, territōrium, la terra intorno o entro i confini di una città. Ancora, secondo il Black’s Law Dictionary il territory è una parte di un paese separato dal resto e soggetto a una giurisdizione particolare.

Infine è interessante scoprire che, secondo molti autori, la parola Torà, o Torah, viene dall’ebraico tohràh, termine che può essere tradotto “istruzione”, “insegnamento” o “legge”.
Preciso che questo non è un tentativo di fare un “mischione” tra latino, ebraico e greco. Purtroppo un approfondimento, in questa sede, richiederebbe troppe pagine. Considera quanto sopra degli spunti.

Virtualità del territorio

Detto ciò, scopriamo quindi che il territorio non è un luogo reale e tangibile. Si tratta piuttosto di un’altra rappresentazione che l’uomo, nelle vesti di “giurista”, usa per creare, ex novo, uno spazio virtuale nel quale disporre i suoi soldatini, le persone.

Ti stupisci? Non dovresti, sapendo che la persona è una finzione giuridica puoi immaginare che era necessario darle uno spazio nel quale esistere. Quale miglior spazio, per un essere inesistente, se non una terra inesistente? Del resto, una tragedia si recita a teatro, in modo che tutti sappiano che si tratta solo di una rappresentazione teatrale.

Se sul palcoscenico di un teatro il marito per gelosia uccide la moglie nessuno dalla platea si solleverà per soccorrere l’attrice, perché tutti sanno che è una finzione. Il teatro è l’ambiente che ospita questa rappresentazione teatrale. Il territorio è l’ambiente “legale” che ospita le persone, le finzioni giuridiche. Dunque, questo territorio è l’astrazione della terra e del suolo reali, possiamo dunque parlare di virtualità del territorio.

La mappa non è il territorio…

I PNL…isti dicono che la mappa non è il territorio, ma io ti dico che il territorio non è neppure la terra e il suolo.

Se oggi venisse da me un moscerino dell’aceto a reclamare la mia vigna come sua, io ridendo acconsentirei a dargliela, perché so che, in quanto moscerino dell’aceto, l’intero arco della sua vita dura solo un giorno. Dopo un giorno quella vigna tornerebbe mia, pur avendo reso un moscerino felice per tutta la sua luuuga vita.

Quei (pochi) uomini in veste di giuristi sanno bene che è un assurdo, per un uomo che vive a malapena 70 anni, reclamare il possesso di una terra, che pare abbia almeno 5 miliardi di anni (e che al minimo ne durerà altrettanti). Questi “giuristi” sanno bene che tutto questo mondo preesisteva a loro e capiscono la fallacia del reclamare la proprietà di un pianeta che, a differenza dell’uomo, può fare benissimo a meno di quest’ultimo mentre non è vero il contrario.

Interposta persona

Ecco che questo splendido Diritto, per stabilire proprietà in capo a questo o a quello, ha dovuto virtualizzare tutto, compreso il mondo in cui vivi per interposta persona. Già, interposta, perché la prima interposta persona è quella che hai creduto fino a ieri di essere tu, la persona fisicaQuesta si interpone tra te e la realtà di questo pianeta di terra cielo e mare.

Essendo il giurista, ovvero essendo questa professione (anche di fede …), “vestita” sulla persona giuridica, a sua volta “vestita” sulla persona fisica, a sua volta “vestita” sull’uomo reale, questa ha avuto molto tempo per “pensare”. Sì, perché mentre l’uomo nasce e muore, le finzioni giuridiche possono campare davvero a lungo. Così quando dico che il giurista ha creato un mondo virtuale (virtualità del territorio) davvero vasto e complesso, mi riferisco a tutti gli uomini che hanno indossato quell’abito da secoli a questa parte.

Torniamo ora al territorio. Gli uomini costruiscono case reali che poi il giurista chiama immobili, abitazioni. Sono queste le parole che troverai scritte, per indicare la tua (presunta tale) reale casa, negli “atti di proprietà. Questo perché la registrazione si riferisce solo a una rappresentazione della casa, a una finzione giuridica di essa. Non è la casa, come il territorio non è la terra sulla quale cammini.

Immobile

Ora, ragioniamo sulla parola immobile. A “casa mia” immobile è un aggettivo qualificativo di un qualche oggetto che non si muove. In mancanza dell’oggetto, non si può dire che ci sia movimento o immobilità appunto perché non c’è nulla. Il nulla non si muove né sta fermo, si limita a non essere alcunché.

Bene Immobile

Se dico sono andato a letto con una bella moretta, sottintendo una donna, ma per qualcuno potrebbe essere anche una gattina con la quale dormo.

Tu quindi hai comprato un immobile, ma cosa di preciso? Una statua immobile?

Il “caso” vuole che se cerco la definizione codicistica di immobile non la trovo. Trovo “bene immobile“, e anche in questo caso dovremmo discriminare su cosa sia un bene, per cui sarò breve. Un bene è qualcosa che ti è dato in godimento, in beneficio. Qualcosa di cui puoi godere ma che non è tuo. Della parola bene mi pare di aver già scritto in un precedente post, comunque uno sguardo a etimo non guasterà.

Per inciso la parola bene con questo specifico significato si traduce in inglese con good o asset, dove good vuol dire anche buono. Oppure si dice che questo è bene e quest’altro è male, quindi anche nella lingua corrente bene si usa per definire qualcosa, e non è una cosa in sé. Bene immobile manca ancora di indicare cosa è bene e cosa è immobile. Ti invito a fare la stessa ricerca con appartamento (suggerimento: da mettere a parte, dividere), edificio etc.

Il mutuo

Tornando a noi, forse tu hai fatto un mutuo importante per comprarti casa, un immobile o una frazione di esso, ad esempio un appartamento al 5° piano fuori terra. Ergo hai comprato qualcosa che non si muove (ma non è detto cosa) fuori dalla terra. Dove è allora sta cosa che non si muove? Nel mare? In cielo? Forse si, visto che sono gli unici “luoghi” su cui questi pretesi STATI, in parvenza di legge, che pretendono di avere un governo, ma che sono società di diritto privato (ovvero diritto che ti è stato tolto, privato), hanno giurisdizione. La giurisdizione di mare è la giurisdizione del commercio e quella di cielo della “religione“.

Preferisco non parlare del denaro scritturale che ti è stato prestato in forma di mutuo altrimenti dovrei darti la pessima notizia che quel gruzzolo di Euro in realtà è un gruzzolo virtuale. Esso è fatto di Euro scritturali e non di euro cartacei, che solo la BCE ha la pretesa di emettere. Tu però dovrai restituirli come se fossero euro veri.

L’indirizzo

Dunque, cosa resta di questa casa reale virtualmente rappresentata nella virtualità del territorio, indicata tramite aggettivizzazione e “intestata” a una finzione giuridica che non sei tu e della quale non hai alcuna proprietà? Resta l’indirizzo. VIA ROMA numero 10. VIA ROMA non manca mai perbacco…VIA ROMA…
La tua casa non solo è indicata in questo modo poco chiaro. Non solo è “
accatastata in un registro di proprietà d’altri, in mancanza del quale avresti difficoltà a dimostrare che la casa è tua (se davvero lo fosse). Essa è anche ubicata a un indirizzo il cui nome (VIA ROMA) potrebbe essere registrato, coperto da copyright. In ogni caso quel nome non appartiene a te, ma al minimo a un’altra finzione giuridica, la città di TORINO ad esempio.

Immagino di ammirare una antica mappa della Città di Torino e mi chiedo, chi ha inventato i nomi delle vie? Chi li ha trascritti e dove? E dal momento che li ha trascritti in una mappa, che non è il territorio, che non è la terra ed il suolo, che rappresenta solo la virtualità del territorio, di cosa costui è proprietario se non esclusivamente dei nomi stessi? E cosa capita se io uso un nome coperto da copyright per indicare la mia casa? E il numero civico? Cosa vuol dire civico? Deriva certo da CIVIS civile, città, cittadino. Questo vuol dire numero della specifica CITTÀ ovvero che appartiene a quelle città perché VIA ROMA 12 è un indirizzo che prende un senso una volta riferito ad una CITTÀ.

Tutte le strade portano a Roma…

La tua casa reale però, esiste anche se intorno non ci fosse una CITTÀ. Si, il “civico” è un ottimo sistema di riferimento, dal latino REFERRE, portare indietro, riportare. Ma cosa di preciso stiamo riportando indietro con il riferimento del numero civico? O più genericamente con l’indirizzo? E dove stiamo riportando indietro? E se scoprissimo che questo reciproco sistema di riferimenti crea una rete che riporta a pochi, anzi a pochissimi e unici riferimenti topografici basati su luoghi reali? Che, in quanto antichissimi e ancora oggi ben definiti e visibili, sono i veri punti cardinali di questa mappa?

Come dici? tutte le strade portano a ROMA? Già, già. Su cosa ruota la porta? Ma sul cardine! E su cosa ruota la religione? Su quali riferimenti cardinali? wink
E il pontefice dove lo fa sto ponte, tra cosa e cosa? Tra l’uomo e dio? O tra il mondo virtuale di una religione costruita ad hoc e la reale terra?

Se questa povera personcina fisica dovesse un giorno prendere coscienza di Sé come di un’istanza incorporea della coscienza, guardando il mondo dal suo territorio non anelerebbe forse al Giardino dell’Eden, questa terra reale vera sotto i nostri piedi? E se Pinocchio fosse proprio lui la meravigliosa metafora di questa persona fisica, nata dalla menzogna e viva per menzogna?

Senza confini

Tu sai che non si può individuare un territorio senza parlare dei suoi confini. Sai anche che tali confini sono linee immaginarie. Dunque un luogo che esiste solo se delimitato da linee immaginarie è e deve essere esso stesso immaginario. La terra e il suolo del mio campo di rape non sono divisi o diversi dalla terra e il suolo del vicino campo di patate. Non esiste una Italia geografica e una politica, esiste solo una Italia politica e una penisola a forma di stivale che si protende sul mare.

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2 Responses

  1. Emin ha detto:

    Bello, Mila!!! Mi sento di fare un commento al riguardo del tempo, che nella visione lineare, dal passato al futuro, è appunto una Visione e non una realtà. Senza di me (uomo), tutta la così detta realtà materiale oggettiva, Svanisce, in quel nulla senza tempo che è Tutto. Chiaro che lo Spirito si manifesta creando tutto ciò che è, mentre la materia genera materia, la dualità che ha come ponte l’auto_coscienza e finché si conosce solo la parte materiale /virtuale, naturalmente tutte le strade portano a Roma. Un proseguimento forte e sorprendente di Vita!!!

    • QuartAttenzione ha detto:

      Dici bene mia cara, il tempo è solo una “misura” dell’uomo da qui anche la voce “potere temporale” e
      … purtroppo si, tutte le strade “ordinarie” umane e non portano a Roma, ma noi ci impegnamo a percorrere la Via del risveglio e forse anche quella passa per Roma, ma lì non si ferma.

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