Società di servizi: la Repubblica

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Ti sei mai chiesto cosa è lo stato? Niente di più, niente di meno che una società di servizi.
Pensa a uno stato ideale, costituito per volontà da uomini vivi in corpo vivente di carne, ossa e sangue che vogliono co-operare. Congiuntamente, collettiva-mente (da collettivo + mente). Tali uomini creano una rappresentazione della loro volontà di agire con un unico proposito, e lo chiamano nazione, stato. Etimologicamente la parola stato deriva da differenti lingue, compreso il latino STATUS dal quale si origina come participio passato del verbo stare, stare saldo, rimanere.

Società di servizi

Anche in fisica lo stato di un elemento è quella “condizione” in cui si trova detto elemento quando è in equilibrio con l’ambiente che lo circonda. Nel caso della collettività, lo stato indica una condizione di fermezza di propositi. Uno stato della mente che decide, collettiva-mente, di posizionarsi in un certo modo rispetto al “mondo” che la circonda.

Dalla parola stato nascono quindi termini come istituire, costituire, istituzione, statuto. Dunque ci si ricollega sempre al significato di porre, stabilire, tenere fermo (nel nostro esempio un proposito). Idealmente, soprattutto secondo quanto ci vuol fare credere una certa classe di individui, questi Stati sarebbero stati istituiti con il proposito di unire la volontà di più uomini per raggiungere uno scopo.
Lo scopo, fin dagli albori del tempo, è sempre stato molto pratico. Verosimilmente, per esempio, nelle collettività contadine lo scopo era quello di coltivare con più efficienza la terra. Conservare e scambiare i prodotti coltivati dai singoli e tra singoli uomini, in definitiva, sfamare tutti.

In ultima analisi il primo grande problema di ogni mammifero (e non solo) che viene in manifestazione su questo piano è avere di che vivere, il cibo. Senza cibo muori di fame. Da morto non c’è la preoccupazione della difesa del e dal tuo ambiente, della proprietà o del nome.

Unione di intenti

Questo lungo preambolo l’ho fatto per rammentarti che, qualsiasi stato istituito da uomini vivi e veri ha come primo scopo quello di mantenere tali uomini in vita, forti e sani, prima di tutto con il cibo. In questa ottica tali uomini creano un’unione di intenti per dare luogo a un servizio che ottemperi a tale scopo meglio di quanto essi farebbero individualmente. Dunque in questa ottica molto semplice e chiara, lo stato è nulla più che una “società di servizi”.
Quindi il vecchio adagio secondo cui sarebbe lo stato a essere a servizio dell’uomo e non l’uomo a servizio dello stato è vero, molto molto vero.

La Repubblica: società di servizi

Ora, quando ti dico che tutti quelli che conosci non sono stati ma società di diritto privato in parvenza di STATO, in sostanza ti sto anche dicendo che sono società di servizi. Allora tu penserai “dunque sono esattamente quello che mi aspetto che siano dati i presupposti di cui sopra!”
Purtroppo la risposta è NO!

Il motivo è semplice. Lo stato creato da uomini ha il fine primario di servire gli uomini che lo hanno istituito a loro beneficio, mentre quello che ti hanno venduto come STATO ha lo scopo di “erogare” servizi a una “popolazione” ma al solo, esclusivo e unico beneficio di quei pochi che hanno istituito quella determinata società privata in parvenza di legge che chiami STATO. Quindi non a beneficio di tutti gli uomini ai quali hanno fatto credere di essere partecipi e fondatori di quello stato. Ecco perché i servizi “erogati” da questo surrogato di STATO sono scadenti e costosi.

Profitto

Infatti lo scopo finale è produrre del “profitto” per la società di diritto privato che eroga il servizio e non beneficio per chi lo riceve. Ti sei mai chiesto dove finisce tutto quel fiume di denaro che lo STATO spreme ai suoi “cittadini”? La risposta più scontata è “nelle tasche dei politici”, tuttavia questo non è del tutto vero. Il grosso della torta spetta a poche famiglie abbienti che hanno la proprietà e il controllo delle BANCHE da centinaia di anni. Compresa, come abbiamo già avuto modo di osservare e dimostrare, la BANCA DI ITALIA. Banca appunto di ITALIA (società di diritto privato a scopo di lucro) e non di uomini vivi, nativi della penisola italica.

La Repubblica

Ora voglio ricordarti nuovamente che il COMUNE dove pensi e credi di vivere è uno dei 5 elementi anche detti “costitutivi” di quella società di diritto privato, in parvenza di legge, conosciuta con il nome di Repubblica Italiana. Puoi verificarlo da te leggendo la costituzione della corporation Repubblica Italiana, TITOLO V 17, LE REGIONI, LE PROVINCIE, I COMUNI, A RT . 114.

La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

Autonomia

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione. Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento. Vorrei evidenziare il significato della parola autonomo, autonomia derivante da autos e nomos ovvero la libertà di vivere con le proprie leggi.

Struttura e dinamica delle unità amministrative

Se vuoi approfondire l’argomento puoi anche leggere il documento dell’ISTAT “Struttura-e-dinamica-delle-unità-amministrative“. In questo documento, tra le altre cose, “si descrivono le prime ripartizioni territoriali amministrative che comprendono le province, i circondari, i compartimenti statistici, le regioni e i comuni fino ad arrivare, al termine dell’excursus temporale, alle più recenti classificazioni amministrative (città metropolitane e unioni dei comuni)“.

Proseguendo con l’analisi, vorrei che tu notassi un aspetto interessante nella affermazione costitutiva (della COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA) che ho già riportato alcune righe sopra. Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento. Roma (soggetto), è (verbo) la capitale (complemento oggetto), della Repubblica (complemento di specificazione). La legge dello Stato (soggetto) disciplina (verbo) il suo ordinamento (complemento oggetto).
Quindi detta legge disciplina chi? Lo Stato? La Repubblica? Roma?
A rigor di “analisi logica”, in grammatica, una frase dovrebbe reggersi da sé da punto a punto soprattutto in un testo di legge. Detto questo dovrei leggere l’ultima frase formulata in questo modo: “La legge dello Stato disciplina l’ordinamento dello stato“.

La cosa non dovrebbe sorprenderti perché, sempre nello stesso articolo della COSTITUZIONE si recita che “I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

Tutto ciò che non è specificato non esiste

Quindi libertà di vivere con le proprie leggi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione e non dalla COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA. Ricorda bene che nella legge tutto ciò che non è specificato non esiste.

Inoltre, Il documento ISTAT “Struttura-e-dinamica-delle-unità-amministrative” così recita: “Si descrivono quindi le prime ripartizioni territoriali amministrative che comprendono le province, i circondari, i compartimenti statistici, le regioni e i comuni fino ad arrivare, al termine dell’excursus temporale, alle più recenti classificazioni amministrative (città metropolitane e unioni dei comuni)“.

Sono certo che ricordi la vera definizione di territorio, quindi sai che è uno spazio virtuale che ospita persone e non uomini vivi. Del resto, visto che la costituzione descrive la Repubblica Italiana “costituita da Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato” e tu conosci il vero significato di costituire, sai anche che una rappresentazione, una finzione giuridica non può agire in alcun modo, meno che meno costituire qualcosa o qualcuno.

Come puoi davvero attribuire un verbo a una entità virtuale immaginifica?

Il Comune di Roma può davvero chiudere il traffico nel raccordo anulare? Più verosimilmente lo farà un uomo nelle vesti della persona giuridica “Sindaco”, in nome e per conto di quella rappresentazione giuridica detta comune. Tale comune dovrebbe rappresentare tutti i “cittadini di Roma” che sono la rappresentazione immaginifica di uomini vivi che vivono a Roma. Ecco allora che un uomo (sindaco) emanerà una “ordinanza” che qualcun altro, in carne e ossa, eseguirà in nome e per conto del comune di Roma, magari mettendo delle transenne sulla strada.

Quindi, se hai compreso questi ragionamenti, capisci che Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato non costituiscono un fico secco! A meno che non stiamo parlando di finzioni di finzioni di finzioni avendo perso l’unico essere che può davvero agire e quindi costituire, stabilire: l’uomo vivo.

Costituire

Per inciso un altro significato, nemmeno troppo occulto, di costituire è porsi nelle mani della giustizia. Ad esempio un ricercato che si costituisce. Con questa azione tale uomo, inconsapevolmente, si (auto) identifica e quindi da il consenso alla costituzione della finzione giuridica del ricercato dalla “giustizia”. Infatti la legge corporativa non può agire sull’uomo ma solo su finzioni giuridiche.

A parte quest’ultimo dettaglio, ricorderai che ti ho già dato evidenza in altri post del fatto che la Repubblica Italiana è una società di diritto privato in parvenza di legge. Su tale punto dunque non mi ripeto, ma se hai ancora dubbi o non hai letto i post precedenti, ti invito a farlo.

I 5 elementi costitutivi sono società di servizi

Alla luce di tutto questo si evince che anche i cinque elementi di cui sopra sono società di diritto privato a scopo di lucro che erogano servizi. Servizi che tuttavia non hanno lo scopo di beneficiare te ma di produrre profitto a favore dei proprietari, azionisti e non, di tali società.

Non è tutto qui. Come puoi bene immaginare un servizio fondamentale per la sopravvivenza degli uomini è l’acqua, indubbiamente ancor più del cibo solido. Qui casca l’asino! Un uomo senza acqua muore, ma una persona o un nome possono esistere per sempre senza acqua perché sono finzioni e in quanto tali hanno bisogno solo della tua immaginazione per esistere. Tempo fa, l’uomo conosciuto con il nome di sandro di gaia soleva giustamente scomporre la parola nome con no(n)-me. Questo completa il quadro, no credi?

Nomos

A questo proposito porto all’attenzione un’altra assonanza con il termine summenzionato Nomos (t. gen.). Termine della lingua greca antica il cui originario significato è «consuetudine, costume» e che, a partire dal V sec. a.C., assunse (o avrebbe assunto) il diverso significato di «legge dell’uomo» in quanto contrapposta (secondo me un parere del tutto arbitrario) alla «legge naturale» (phisis) [vedi Diritto naturale].

Procedo ancora con l’analisi del tema in oggetto. Appurato che la Repubblica Italiana è una società privata di servizi a scopo di lucro, la cosiddetta COSTITUZIONE è il capitolato dei servizi erogati. Se vedi la cosa in questi termini, tutti i pubblici ufficiali, gli amministratori pubblici etc e i politici, sono impiegati di una società dalla quale tu compri dei servizi se vuoi, se puoi, quando vuoi.

Inoltre, secondo quanto affermato nel loro statuto all’ art. ART. 2.: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo […] “. Insieme al 48, 51, 117, questi sono i soli articoli dove compare espressamente la parola “uomo”. Quindi tienili bene a mente perché ti riguardano.  Anzi, per essere rigoroso, solo nell’articolo 2 si parla di uomo, mentre negli altri la connotazione plurale unitamente alla contestualizzazione “uomini e donne” fa sospettare che il termine sia usato per indicare il sesso piuttosto che la specie. In tutti gli altri articoli si nominano le persone, i cittadini, etc. tutte rappresentazioni di legge virtuali diverse da te.

Cinque società di servizi

Queste 5 società di servizi, Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato possono solo venderti i servizi e non le materie prime della terra e del suolo nel quale sei nato. Questo perché queste già ti appartengono per diritto di nascita. Ecco cosa indica (almeno in parte) la Ius Soli impropriamente utilizzata nelle attuali controversie sul diritto alla cittadinanza della Repubblica Italiana. Cittadinanza totalmente non compresa, che è soltanto l’assunzione a una società di servizi di diritto privato a scopo di lucro alle condizioni quasi di uno schiavo.

Un esempio: l’acqua

Ora passiamo alla società di diritto privato a scopo di lucro detta COMUNE, con tutti i sui bilanci da parificare, tasse e gabelle. Detto COMUNE non può venderti l’acqua ma il “servizio idrico”, perché l’acqua non la fabbricano né le persone fisiche assunte nel comune né la finzione giuridica del COMUNE, e nemmeno gli uomini vivi che in esso ci lavorano da dipendenti. L’acqua dolce in forma di pioggia precipita dal cielo dopo essere evaporata dalla terra in un ciclo infinito che va anche molto oltre questa descrizione (vedi gli studi dell’uomo conosciuto con il nome di masaru emoto).

Così come tale società privata ti può vendere il servizio idrico, tu puoi accettare l’offerta oppure no. Comunque potresti chiedere i dividendi per i ricavi del servizio reso ad altri uomini o il resoconto che attesti che tali dividendi sono stati investiti a beneficio di tutti gli uomini che sono nativi del luogo o area geografica dove la società rende il servizio. Ecco perché i bilanci dei presunti comuni sono pubblici.

Luogo nativo

Voglio qui fare anche una breve contestualizzata disamina sul significato di luogo nativo. Il luogo nativo non è il confine della società privata detta comune o provincia o chicchessia, in quanto solo ed unicamente la finzione giuridica, alias persona, si alloca nel territorio. Piuttosto, detto luogo nativo è, o può essere più correttamente inquadrato come l’area bagnata dalle acque che tu hai bevuto fin dalla tua venuta al mondo. Il fatto che il tuo corpo sia composto al 70% di acqua, il fatto che nella storia gli uomini abbiano spesso usato i fiumi per delineare confini, la dice lunga. Quindi posso affermare che la pianura padana, ovvero piana del fiume padus, è l’area che interessa i nativi di quel luogo.

All’interno di questa area qualcuno ha tracciato dei confini immaginari e delimitato aree chiamandole COMUNE, PROVINCIA etc. Quindi queste società private a scopo di lucro non possono venderti una res che già ti appartiene, bensì solo offrirti il trasporto della res.
Tu in quanto uomo vivo nativo di quella area sei sempre legittimato all’uso e beneficio di quella res.

La corrente elettrica

Oppure, pensa alla corrente elettrica. Il fornitore del servizio ti vende la corrente elettrica che viene letteralmente “estratta” dal campo magnetico terrestre con tecnologie varie. Prendi il caso dell’idroelettrico. Il venditore di servizi usa l’acqua dei torrenti, dei laghi della tua terra nativa per estrarre dal campo magnetico terrestre una forma grossolana di energia che ti vende a peso d’oro e che non produce ma deriva, maldestramente.

Referendum

Non ti pare strano? Forse lo hanno trovato strano perfino tutti quei uomini, ingenuamente identificatisi in persone e quindi cittadini, che con i Referendum (corporativi) abrogativi del 2011 avevano chiesto l’abolizione della privatizzazione di alcuni servizi vitali come quello idrico, definiti indebitamente dalla corporation “servizi pubblici locali di rilevanza economica“. Rilevanza economica? Direi piuttosto rilevanza vitale visto che l’acqua la bevi e il denaro no! Comunque, tali “elettori” avevano immaginato, nella loro ingenuità, diversamente da quanto il referendum offriva realmente come scelta, di impedire una privatizzazione che di fatto esiste almeno dal 1932. 

Questione stridente

Certo, i suddetti elettori presupponevano e supponevano che lo stato, il comune etc, fossero pubblici e non privati (nei limiti del significato corrente-comune di tali parole). Come spesso è accaduto nella finta Repubblica Italiana, i referendum non hanno prodotto quasi mai leffetto desiderato dagli inconsapevoli “elettori”. Così a dispetto del referendum, la gestione di alcuni “servizi integrati” è rimasta “privatamente invariata” a cura delle Autorità d’ambito degli ambiti territoriali ottimali (ATO).
Tanto la cosa è stridente che p
erfino in seno alla stessa società di diritto privato a scopo di lucro in parvenza di stato (senso lato) Repubblica Italiana, i membri di un suo organo, la Corte costituzionale, Il 20 luglio 2012 hanno giudicato, appunto, incostituzionale l’ennesima (presunta) legge che, a dispetto del referendum ripristinava e riconfermava la gestione ancora più “privata” di tali servizi presuntivamente pubblici.

Quindi oggi, con un mirabile gioco di scatole cinesi, questi maghi della truffa ti rivendono la tua acqua, la tua terra e la tua aria a caro prezzo fingendo di “erogarti un servizio”. 

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2 Responses

  1. Monia De Moniax ha detto:

    Magistrale e meravigliosa Verità quella che qui esprimete. Nel mio pochissimo, lo dico sempre che per sbrogliare l’imbroglio della Costituzione nel senso “costituirsi” qui da Voi spiegato, occorre sottoporre ogni articolo all’Analisi Logica. Molto noiosa all’epoca, ma essenziale ed utilissima oggi. Che vi devo dire? Grazie grazie grazie !

    • QuartAttenzione ha detto:

      Monia, grazie del commento positivo e del tuo impegno nell’approfondire lo spinoso tema della Legge.
      Da parte mia cerco in onore di avvicinarmi quanto più possibile alla verità ricordando che possiamo solo anelarla o inseguirla così come la linea dell’orizzonte sull’infinito mare della conoscenza. A presto.

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